SANTI GIACOMO E FILIPPO
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I SANTI GIACOMO E FILIPPO
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La Chiesa cattolica celebra la festa di San Giacomo il Minore il 3 maggio insieme all'apostolo Filippo. In precedenza la sua festa ricorreva il 1º maggio ma fu traslata da Pio XII nel 1955 con l'introduzione della solennità di San Giuseppe lavoratore.
I Santi Giacomo e Filippo sono patroni di 39 comuni d’Italia, sparsi in 12 regioni.
Il Liguria sono i patroni di Andora e Airole e tra i comuni più noti appartenenti alle altre regioni possono essere citati Frascati, Monterotondo e Nemi nel Lazio, Giussano e Laveno – Mombello in Lombardia, Cortina d’Ampezzo in Veneto.
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San Giacomo nacque circa nel 5 d.C. era figlio di Alleo e di Maria (parente della Madonna), cugino di Gesù e viene detto “il Minore” per distinguerlo dall'altro Apostolo con lo stesso nome; alcune antiche fonti lo identificano con la figura di Giacomo il Giusto.
Secondo le informazioni giunte attraverso antichi testi, rispettava un rigido tenore di vita che escludeva l'uso di bevande alcoliche, carne, taglio di capelli, abiti di lino e praticava digiuni e penitenze.
Fu uno degli Apostoli del Messia che parteciparono al Concilio di Gerusalemme e, ricevuto il battesimo, divenne vescovo di Gerusalemme, dove fondò una comunità cristiana.
Giacomo è noto per essere l'autore della prima delle sette lettere che il catalogo dei libri sacri definisce “cattoliche”, indirizzata alle “dodici tribù della diaspora”, cioè agli ebrei convertiti al cristianesimo emigrati in Siria, Fenicia, Cipro.
Secondo lo storico Eusebio di Cesarea, governò la sua chiesa di Gerusalemme per oltre trent’anni, fino al 62 d.C., quando il sommo sacerdote Hanan II lo condannò a morte, approfittando del vuoto di potere creatosi tra la morte del procuratore Festo e l'arrivo del suo successore Albino.
Secondo alcune fonti morì durante la lapidazione per un colpo inferto alla testa con un bastone; secondo altre fu fatto precipitare al suolo dalla terrazza del tempio in cui stava pregando e, sopravvissuto alla caduta, fu finito da un colpo che gli spaccò il cranio, mentre inginocchiato invocava il perdono per i suoi persecutori.
Lo seppellirono vicino al tempio, dove era conservato un cippo sepolcrale.
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San Filippo nacque a Betsaida, una piccola città sul lago di Genesaret in Palestina, nel I secolo d.C. e morì a Hierapolis, alla fine del I secolo d.C..
Di Filippo non si sa quasi niente, tranne che era un uomo semplice, concreto e giusto, amico di Natanaele-Bartolomeo, il quale lo presentò a Gesù ed altre pochissime notizie che sono state tramandate dai Vangeli di Matteo, Marco e Luca.
Trascorse la sua esistenza nell'ombra durante la vita pubblica di Gesù e sempre nell'ombra condusse il resto dei suoi anni, portando in giro per il mondo la sua fede e la sua testimonianza.
Viene ricordato nel Vangelo per la sua domanda rivoltagli dal Messia nel deserto, prima del miracolo della moltiplicazione dei pani: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare? “.
Dopo essere stato battezzato, portò il Vangelo nella Scizia (zona oggi comprendente parte di Ucraina, Russia, Kazakistan, Turkmenistan e Iran), fondando una comunità di cristiani e successivamente in Frigia (zona dell’odierna Turchia), dove suscitò l’odio di comunità idolatre (a causa delle conversioni operate), le quali lo crocifissero ottantaquattrenne (secondo alcune fonti ottantasettenne), dopo averlo assoggettato a maltrattamenti, durante la persecuzione scatenata dal perfido Domiziano o in quella ancora più crudele di Traiano.
Le sue reliquie furono poi trasportate a Roma nella chiesa dei Santi Apostoli, dove furono composte accanto a quelle dell’apostolo Giacomo (motivo per cui la chiesa latina ne celebra unicamente la festa il 3 maggio).
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