TORRIONI DI DIFESA - Geometra Mario Vassallo

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TORRIONI DI DIFESA

SUL SENTIERO DEI RICORDI > TESTIMONIANZE DAL PASSATO
IL BASTIONE
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Nel 1531 l'abitato della Marina e del Castello furono distrutti dai Corsari turchi.
Circa venti anni più tardi, gli abitanti decisero di ricostruire l'abitato della Marina ed erigervi un torrione di difesa.
Dopo aver ottenuto il consenso di Genova i lavori iniziarono, ma presto vennero sospesi per mancanza di fondi, oltre alle contestazioni da parte degli altri abitati della valle, i quali non si ritenevano interessati dall'opera intrapresa.
Conseguentemente, l'abitato della Marina venne ricostruito con spese totalmente a carico di chi vi avrebbe risieduto e nella primavera del 1564 la Comunità di Andora decide di erigere un baluardo sulla spiaggia, a protezione dell'abitato ricostruito.
Il luogo fu presto deciso, ma sorsero gli inevitabili intoppi dettati dalle condizioni di compartecipazione economica (alla fine Laigueglia sarà estromessa).
La Comunità andoriana tentò di ottenere in ogni modo qualche contributo economico dalla Repubblica di Genova per tale impegnativa edificazione, ma il Senato ligure rifiutò ogni interesse, fornendo solo la propria approvazione all'iniziativa ed alleggerendo temporaneamente parte della pressione fiscale attuata.
Gli abitanti andoriani si trovarono così nel giro di pochi anni a sostenere, con le sole proprie forze, la ricostruzione di una loro borgata litoranea totalmente distrutta dalle azioni di pirateria turco-barbaresche e successivamente la struttura di difesa, per la quale ottennero, ad opere compiute, la "generosa" donazione da parte della Repubblica di due cannoni da posizionare in sommità del baluardo costiero: uniche armi pesanti per poter contrastare le scorribande e gli assalti delle navi pirata che saltuariamente si affacciano sullo specchio marino del golfo.
[I due cannoni saranno dismessi e fusi nel 1754, dopo lungo inutilizzo, per dare origine alla campana che verrà issata sulla Porta-Torre campanaria del Castello di Andora, a fianco alla Chiesa di Santi Giacomo e Filippo].
Il torrione venne edificato a pianta circolare, con un diametro di base di poco più di 10 metri, alto quasi 9 metri, con i muri spessi alla base poco meno di 2 metri.
Fu utilizzato come carcere e da postazione antisbarco, con guardia ogni notte e dotato di un pezzo di artiglieria di bronzo lungo 2,5 mezzo, del peso di oltre di una tonnellata.
In tempi successivi, alla originaria costruzione furono addossati vari corpi di fabbrica, che nel tempo assunsero varie destinazioni, sino alle attuali residenziali e commerciali.
Negli anni '90 del secolo scorso fu interessato dall'ultimo intervento di ristrutturazione, che lo ha recuperato nelle odierne caratteristiche.
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DOVE SI TROVA / COME ARRIVARE
I TORRIONI DI DIFESA
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Nel Quartiere di Laigueglia vengono eretti il Torrione del Cavallo, a levante dell’abitato (ancora esistente) ed un altro torrione al centro del paese (non più esistente, sorgeva nell’attuale piazza Cavour).

  

I laiguegliesi, anch’essi molto esposti alle invasioni predatorie dal mare, avevano dovuto rinunciare all’originaria idea di costruire una cinta di mura fortificate intorno al paese e all’edificazione di un forte sul poggio retrostante l’abitato, a causa degli elevati ed inaffrontabili costi.
Come opera di ripiego, gli sforzi e l’attenzione furono dedicati alla realizzazione del torrione centrale, iniziato dopo molte liti amministrative ed economiche fra Laigueglia e gli altri Quartieri della Comunità di Andora, che venne ultimato piuttosto rapidamente, risultando una robustissima costruzione a base circolare, con scarpa esterna terminante con una cordonatura riempita fino all’altezza dell’accesso, alto alcuni metri rispetto al livello del suolo circostante  e  protetto  da  un  ponte  levatoio: base di diametro 11,20 metri, altezza 9,70 metri e muri spessi 1,75 metri, dotato di pezzo di artiglieria, inizialmente di ferro e sostituito in seguito da due pezzi di bronzo, con servizio continuo di un bombardiere pagato dalla Comunità.

Esisteva un altro torrione contro le incursioni barbaresche (oltre al Bastione della Marina), costruito nel 1725 su Capo Mele, a metà tra Andora e Laigueglia e detto “del Ciglione” (o anche “del Giuncheto” o “delle Pinete”), il quale fu completamente distrutto, probabilmente durante i lavori di epoca napoleonica di realizzazione della Strada della Cornice (oggi via Aurelia).
Questa torre era di dimensioni più piccole delle altre, con base di 6 metri di diametro, altezza di 7 metri ed era armata di uno smeriglio in ferro, avendo unico scopo di impedire alle navi nemiche di trovare riparo a ridosso di Capo Mele (era situata circa in prossimità di dove sorse la “Fonte del Faro”, odierna “La Suerte”).



Il sistema difensivo della Comunità era completato dal fortino di Rollo, una robusta costruzione del XV secolo, munita agli angoli di guardiole pensili per i soldati, successivamente adibita a Casa Canonica e dalla torre-porta del Castello, la quale aveva certamente funzione militare di vedetta e di difesa, prima di diventare la torre campanaria dell’adiacente Chiesa dei Santi Giacomo e Filippo.

  

Anche a causa delle ripetute invasioni e scorrerie barbaresche, gli abitanti della Valle del Merula furono indotti e costretti ad edificare le loro case non sul mare e nella piana (posizioni più comode), ma sui versanti collinari, in posizione dominante da dove potevano controllare ed avvistare meglio i movimenti nemici, organizzando la difesa delle borgate.
Le case venivano costruite concentrate in nuclei, spesso raccolti intorno ad una chiesetta, unite tra loro da passaggi coperti o ponticelli e arcate, che offrivano maggiori probabilità di fuga in caso di assalto, con finestre ridotte a piccole aperture, sia per motivi climatici che per costituire un miglior riparo dalle armi nemiche.
Ogni nucleo edificato aveva una o più cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, in modo da poter resistere ad un eventuale assedio.
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