HOSPITALE - Geometra Mario Vassallo

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HOSPITALE

SUL SENTIERO DEI RICORDI > BORGO CASTELLO
L'HOSPITALE
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Si trattava di un complesso edificato ubicato all’ingresso del borgo, all’interno della cinta muraria e poco distante dalla porta ogivale di accesso a Ponente del Castello.
Un tempo dedicato a curare ed ospitare i poveri, era formato da un piccolo ospedale, formato da quattro case contigue, ognuna di tre stanze, a quattro letti, con un numero complessivo di 48 posti.
Successivamente fu la prima dimora andorese dei Marchesi Maglioni ed in seguito diventò la residenza fissa del Marchese Umberto Maglioni, che lo dotò di un parco privato caratterizzato da alberi, fiori ed animali anche esotici.
L'antico Hospitale era comunemente chiamato "di Santa Maria Maddalena" ed all'interno dell’edificio principale, il cosiddetto "Palazzo del Marchese", esisteva una cappella proprio dedicata a Santa Maria Maddalena.
Durante la Seconda Guerra Mondiale vi si stanziarono contingenti delle truppe Repubblichine e Tedesche, in convivenza male tollerata da Umberto Maglioni, che provava sofferenza a non poter trascorrere le giornate in solitudine.
Vi dimorò fin quasi alla fine dei suoi giorni e soltanto la nipote Maria Esterina, figlia del fratello Marco, lo convinse a fatica a trasferirsi in un albergo alassino (dove lei stessa soggiornava), per ricevere le cure di cui ormai aveva bisogno.
Lontano dai suoi amati luoghi non riuscì a resistere molto e si indebolì, aggravandosi rapidamente.
Alla sua morte, l'immobile fu acquistato dalla famiglia De Santo che vi abitò per molti anni.
In epoca recente, tutta la parte del complesso è stata oggetto di un’operazione immobiliare incompiuta, che ne ha caratterizzato il totale abbandono ed il completo inutilizzo.
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L’Hospitale, nel Seicento, viveva di alcuni lasciti in denaro di Bartolomeo Siffredi, possedeva inoltre due botteghe all'interno del borgo, delle quali riscuoteva la pigione ed aveva anche alcune proprietà date in affitto:
• la terra del Brando, coltivata a ulivi e fichi;
• la terra dell’Arbanella, coltivata a ulivi e fichi;
• la terra del Prato e delle Giare, coltivata a fieno;
• la terra del Prato del Pero, coltivata a fieno;
• la terra del Banchetto, coltivata a fieno;
• alcune fasce intorno all'Hospitale, coltivate a orto.
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(1) e (2) Elaborati tratti da "Studio per il recupero architettonico - urbanistico del Castello di Andora" - Ovidia Siccardi - Facoltà di Ingegneria - Università di Genova - 1995/96.
(*) Testo rielaborato tratto da "Studio per il recupero architettonico - urbanistico del Castello di Andora" - Ovidia Siccardi - Facoltà di Ingegneria - Università di Genova - 1995/96.
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Via San Damiano 21
17051 Andora (SV)
+39 335 5949006
mv@mariovassallo.it
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