CHIESA VERGINE DELL'ACCOGLIENZA - Geometra Mario Vassallo

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CHIESA VERGINE DELL'ACCOGLIENZA

SUL SENTIERO DEI RICORDI > LO SVILUPPO URBANISTICO
CHIESA DELLA VERGINE DELL'ACCOGLIENZA
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La chiesa della Vergine dell’Accoglienza viene “creata” dal genio progettuale dell’Architetto Eugenio ABRUZZINI, il quale studia come realizzare una chiesa – giardino che consenta un agile accesso a chiunque e permetta contemporaneamente di avere dimensionalmente due edifici in uno, di diversa consistenza per un uso variato nel corso dell’anno: maggiormente spaziosa in estate e nei periodi festivi e più ridotta nelle restanti occasioni.


Tale costruzione ha lo scopo di “integrare” e gradualmente “sostituire” la Chiesa Parrocchiale di Santa Matilde, ormai insufficiente alle necessità socio – pastorali, mantenendo l’uso dei locali dell’ex Seminario, quale casa canonica.



Il nuovo edificio, di caratteristiche architettoniche decisamente moderne, viene costruito su un’area adiacente al giardino del Seminario, in una zona dove il Piano Regolatore prevede verde pubblico e parcheggi.Vi si accede da Via Cavour mediante una rampa con un massimo del 3% di pendenza e una scala che parte dalla strada interna di servizio dell’edificio esistente, collegata anche con via Risorgimento.
La quota di ingresso viene posta a circa due metri dalla quota del giardino esistente, rialzata di circa 50 cm da quella delle adiacenti strade: il tutto in modo da permettere anche il mantenimento delle alberature esistenti.
Si accede all’aula attraverso un ampio atrio coperto direttamente connesso visivamente con la parte più interna della sala.
L’atrio non è protetto da finestre, ma risulta schermato visivamente verso la via Cavour da una parete alta circa mt. 2,00 che si apre maggiormente verso lo spazio verde esistente caratterizzato dalla presenza di alberature di alto fusto verso la strada interna, adiacente la canonica.

  

La presenza del fonte battesimale caratterizza il passaggio tra l’atrio e l’aula chiusa: è pensato come elemento funzionale all’interno e come segno all’esterno, accentuata dalla presenza di piante verdi e fiori.
L’aula è spazialmente orientata verso l’area presbiteriale con al centro l’altare.
La concentrazione dell’area presbiteriale “in angolo” del quadrato generatore della forma permette la totale visibilità del centro di azione liturgica fino ai limiti dell’atrio e permette una utilizzazione crescente dell’aula, dal piccolo numero al grande numero, per cerchi o spezzate concentriche che si irradiano dal centro.
Tale disposizione permette durante il periodo estivo, una volta aperte completamente le pareti vetrate dell’aula, di inglobare l’atrio nello spazio destinato all’assemblea.
L’atrio è impostato a cm. 24 (due gradini) più in alto del piano dell’aula, e l’area presbiteriale è più alta di cm. 24 rispetto all’aula: tali dislivelli permettono a chi partecipa dall’atrio di avere una piena visibilità dell’altare e del celebrante, anche con i fedeli dell’aula in piedi, ed ai fedeli in piedi nell’aula, di percepire il piano dell’altare.
Durante la “proclamazione della parola”, inoltre, sia i fedeli seduti che quelli eventualmente in piedi nell’atrio avranno una piena visibilità dell’ambone.
Tale spazio, esterno all’aula chiusa, richiama alla memoria l’atrio ed il narcete della tipologia storica: è già “spazio sacro”.


L’illuminazione dell’area avviene per mezzo di luci diffuse dalle vetrate poste a Sud, a Sud - Est e a Sud Ovest, tutte ampiamente protette dalla copertura e poste alle spalle dei fedeli, mentre le limitate luci dirette, in zone particolarmente significative dell’aula sono orientate a Nord e a Nord – Ovest e possono essere schermate o chiuse da bris - soleil verticali, che permettono la graduazione e l’orientamento della luce: unico elemento luminoso “a tempo pieno” diurno e notturno, costituito da un forte segno visibile dai dintorni.

La forma inclinata della copertura, oltre a favorire la concentrazione verso l’area dove si svolge l’azione liturgica, permette di realizzare condizioni ottimali dei tempi di riverberazione, rafforzando opportunamente il centro di emissione del messaggio e diffondendolo per tutta l’area.

L’altare anche spoglio o senza la presenza del celebrante costituisce per la sua collocazione l’elemento principale di riferimento; il “banchetto eucaristico” è reso evidente, con le dovute differenze di ministero, dalla collocazione semiavvolgente dell’area destinata all’assemblea: il servizio dall’altare è facilitato dai percorsi riservati ai fedeli convergenti verso di essa.
L’ambone è luogo della “proclamazione della Parola”, si pone in un rapporto più diretto nei riguardi dell’assemblea che risulta pertanto facilitata nell’ascolto.
Il luogo della Presidenza costituisce una distinzione ministeriale che presenta due momenti particolarmente significativi: nella prima parte della celebrazione liturgica e alla fine della celebrazione stessa ed è collocato subito dietro l’ambone, nell’area presbiteriale, rivolto verso i fedeli.

Il fonte non è chiuso in una cappella, ma è collocato in un ampio spazio luminoso, luogo di gioia, vivo dal punto di vista architettonico, arricchito di segni pasquali, cero, piante verdi e scritte, direttamente connesso con l’asse principale dell’altare per la conclusione del rito con la celebrazione eucaristica.

Il centro per la riconciliazione è posto nei pressi del centro di iniziazione cristiana, in quanto la riconciliazione costituisce in sè un segno pasquale; per la riconciliazione privata sono stati predisposti degli ambienti luminosi in diretto contatto con l’aula dell’assemblea per facilitare l’incontro personale con il ministro a cui segue il ritorno tra i fedeli: il centro è sottolineato dalla presenza della Croce in corrispondenza di una fonte di luce singolare.

La posizione della Presenza Eucaristica risulta sottolineata all’interno dall’eccezionale posizione nei rapporti con gli altri elementi e dalla luce concentrata diretta ed indiretta, e all’esterno dall’espandersi con un segno luminoso permanente.

Una collocazione strutturalmente giustificata si pone invece per l’immagine della Madonna: la collocazione più adeguata appare quella della parete absidale, fuori dell’area. presbiteriale sopraelevata che accoglie l’altare, quale elemento di passaggio tra l’altare e la presenza eucaristica..

La sacrestia è collocata all’inizio dell’aula chiusa, verso l’ingresso, allo scopo di permettere lo svolgimento di un percorso processionale ordinario per raggiungere l’area presbiteriale: è prossima al centro per la riconciliazione e al centro di iniziazione cristiana.
La struttura portante principale in C.A. è costituita da due telai incrociati di sostegno della copertura che termina a terra con quattro pilastri: i due triangolari nell’atrio e i due posteriori all’abside; i rimanenti sostegni verticali dell’aula sono costituiti dai setti - parete portanti, anch’essi in C.A..
L’atrio è coperto da una soletta in laterizio e cemento armato appoggiata a pilastri tondi.
Le fondazioni sono a trave continua e plinti in C.A., mentre il solaio di copertura, posto nella parte superiore delle travi, è coibentato da materiali isolanti e protetto da una guaina impermeabile “schermata”.
Gli infissi in metallo, completi di vetri termophane, sono opportunamente schermati; le vetrate d’ingresso sono completamente apribili e si raccolgono mediante manovra elettrica.
Il controsolaio, in corrispondenza dell’area presbiteriale, è rivestito con materiali acusticamente riflettenti.
Sia le pareti interne che quelle esterne sono lasciate a cemento “facciavista” opportunamente lavorate.

Il pensiero dell’Architetto che l’ha progettata:
“Non è per una “chiesa grande” che per economia, per praticità si ... riduce in alcuni periodi, ma è la Chiesa: la comunità locale che si apre per accogliere gli altri fratelli.
- Architetto Eugenio ABRUZZINI”.



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MARIO VASSALLO
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